Sudore, Sorrisi e Croissant
Qualche anno fa, durante una gita fuori porta in un paesino incantevole di 8000 anime, adagiato a 1000 metri di altitudine, famoso per le sue piste da sci e per quei croissant burrosi che ti lasciano le dita unte per giorni, restai affascinato dall’organizzazione impeccabile di una manifestazione sportiva di cui ignoravo tutto.




























La mia prima a Chamonix
Anni fà dopo qualche tempo che correvo memore di quel nel ricordo da turista decisi di partecipare alla 10K, la gara base tra le quattro proposte (oltre alla 23K, 50K e 90K). Non sono mai stato un fan delle gare in montagna, preferisco le strade dritte e prevedibili. Ma questa 10K è stata una piacevole sorpresa: un piccolo trail facile, con dislivello minimo, perfetto per chi, come me, non ama complicarsi troppo la vita. È stata una gara veloce e senza troppe pretese, ideale per un principiante del trail come me.

Un EXPO da urlo
Quest’anno ho deciso di alzare il tiro. Con l’obiettivo della AOSTA-BECCA DI NONA ben fisso in mente e dopo qualche vertikal nelle gambe ho deciso di affrontare la 23K di Chamonix: una distanza che sento di avere nelle gambe, con un dislivello positivo di 1600 metri che non mi spaventa troppo. Mi sono iscritto alla lotteria a novembre e, a marzo, la fortuna mi ha sorriso: ero stato estratto. Da quel momento, l’organizzazione è stata impeccabile, con aggiornamenti costanti e una comunicazione di livello top.

Qualche neo?? La partenza non era nel centro del paese, cosa che a livello personale mi sarebbe piaciuto molto, ma in un’area verde ben attrezzata a due passi. La consegna del pettorale è stata rapidissima. Un po’ deluso dal pacco gara: una maglietta e nulla di più, neanche una barretta energetica. Però la consegna delle sacche è stata perfetta, con una sacca ampia e resistente per affrontare ogni eventualità, considerando che l’arrivo è a oltre 2500 metri di altitudine e il tempo può cambiare rapidamente

Partenza ore 8:00 del mattino. Un orario comodo, soprattutto per chi arriva da fuori, visto che dormire a Chamonix è carissimo e trovare posto in questo periodo è quasi impossibile. Dopo 8 km di piano, è iniziata la vera sfida. Il trail è una disciplina a sé: sentieri tecnici, salite e discese vertiginose, rocce, fango, neve. Una maratona mi avrebbe stancato meno, ma mi sono divertito come un matto. Passare attraverso piccoli borghi con bande musicali e tifosi lungo il percorso è stato fantastico. I ristori? Pazzeschi, con ogni tipo di cibo e bevanda immaginabile.
La gara è stata una montagna russa di emozioni. I sentieri attraversavano prati verdi, boschi ombrosi e rocce scoscese, con panorami mozzafiato che ti facevano dimenticare per un attimo la fatica. Ogni salita era una sfida e ogni discesa una liberazione, con il cuore che batteva forte non solo per lo sforzo, ma anche per l’adrenalina. E poi c’era la neve, una sorpresa inaspettata che ha aggiunto un tocco di magia all’avventura. L’arrivo in quota è stato fantastico, una marea di gente e nuovamente un organizzazione a dir poco eccellente, vi scrivo solo che dopo aver tagliato il traguardo ci aspettava un buffet da favola con birra e hot dog fatti sul momento oltre a altre cose ovviamente.
Dopo la gara, mi sono concesso un po’ di relax gastronomico. La crêperie LA FERME, con crêpes salate e dolci che diventano ancora più buone con una bella birra. I gestori non erano proprio simpatici, ma la qualità del cibo ripagava abbondantemente. E per una merenda indimenticabile, la Boulangerie LA PANIÈRE appena fuori dal centro: dolci da sogno, una golosità fuori dalla norma. Veramente impossibile non fermarsi in questi locali sparsi in tutta Chamonix.


in conclusione

La domenica ero a pezzi. Mia moglie e mia figlia hanno ascoltato le mie lamentele tutto il giorno. Ero stravolto, ma felice. E mentre sparecchiavo la cena, ho guardato mia moglie e ho detto: “Roby, il prossimo anno faccio i 42 km”. Sì, perché alla fine, nonostante la fatica e il dolore, la voglia di superare i propri limiti è sempre più forte.
Chamonix è una perla nascosta nelle Alpi e pensandoci bene alla fine, ciò che conta è l’emozione, la sfida e, naturalmente, quei croissant unti che ti fanno amare la vita.