
Il Paradosso del Percorso Identico
Quante volte hai percorso quella strada? Magari esci dalla stessa porta, attraversi la stessa via e ti dirigi verso il solito sentiero del parco. Le stesse scarpe, la stessa playlist, lo stesso albero a cui passi accanto. È routine. Eppure, nonostante tutto sembri identico, la corsa è sempre diversa.
Ogni volta che corri, tu sei diverso. Il tuo corpo non è mai esattamente lo stesso di ieri. Le tue gambe possono essere più stanche o più forti, i tuoi polmoni più liberi o più affaticati, e la tua mente? Beh, quella è sempre in movimento, proprio come le tue gambe. Oggi pensi al lavoro, domani a un progetto che ti appassiona, dopodomani sei completamente immerso nei tuoi pensieri o, magari, stai correndo semplicemente per liberartene.
E qui sta la magia della corsa: non ci sono mai due corse identiche, anche se il percorso sembra lo stesso.
Uno degli errori che facevo all’inizio (e scommetto che l’hai fatto anche tu) era quello di aspettarmi troppo dalle corse “perfette”. Sai, quelle giornate in cui tutto scorre alla grande: le gambe vanno, il respiro è fluido, il sole splende, e ti sembra di poter correre all’infinito. Quelle corse sono fantastiche, ma la verità è che non sono la norma. E va bene così.
Imparare a saper ascoltare il proprio corpo è fondamentale. Alcuni giorni sei inarrestabile, altri giorni è già tanto se riesci a mettere un piede davanti all’altro. Entrambe le esperienze fanno parte del viaggio. La corsa ti insegna la resilienza e la capacità di adattarti. E se ti aspetti che ogni uscita sia perfetta, ti stai preparando a una lunga serie di delusioni. Ma se, invece, impari a rispettare il corpo che hai quel giorno, allora ogni corsa diventa un successo.
L’Impor tanza di Saper Ascoltare

Non Esiste Una Corsa Perfetta
in conclusione
