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Firenze marathon: Due Settimane alla Firenze Marathon

Dopo mesi di preparazione, eccoci qua: siamo arrivati al punto di non ritorno, alla mitica Firenze Marathon. Quei 42 chilometri e 195 metri non sono solo un traguardo; sono il culmine di ore su ore di allenamenti, di sacrifici e di chilometri macinati con la pioggia, il sole, e – diciamocelo – pure con un po’ di sofferenza. Perché la verità è questa: la Firenze Marathon è un’esperienza che va vissuta con ogni fibra del corpo e della mente. In questi mesi, ho fatto di tutto per diventare una macchina da resistenza. Ho allungato le distanze, spinto la mia velocità e, soprattutto, ho lavorato sulla resistenza mentale. Ogni domenica è diventata sinonimo di “lungo” 20,26,30,32 e 36Km, ogni chilometro un passo verso l’obiettivo. E ora, è il momento di raccogliere i frutti di tutto questo allenamento. Ma adesso entriamo nella fase di tapering o più semplicemente lo scarico.

Due settimane alla gara e sembra di essere in bilico tra il voler dare ancora di più e il bisogno di rallentare. Ecco, proprio qui sta il trucco: non si tratta di tirare al massimo, ma di affinare la preparazione senza strafare. È il momento di concedermi un po’ di riposo (finalmente!), mantenendo solo quel ritmo maratona per far sì che diventi un alleato fidato il giorno della gara. Niente allenamenti sfiancanti; adesso si punta a sentirsi freschi e pronti. La verità è che ogni corsa lenta, ogni ripetuta, ogni chilometro che ho messo nelle gambe ha un solo scopo: arrivare al via della Firenze Marathon con la mente libera e il corpo carico. Quando sento il rintocco del Duomo e vedo i viali di Firenze aprirsi davanti a me, so che tutto sarà stato utile. Sono pronto a vivere una delle maratone più iconiche d’Italia, circondato da storia, arte e, sì, anche dal sudore di chi, come me, è venuto a prendersi la sua medaglia da finisher.

Firenze Marathon: Ultimi Allenamenti e Pensieri Pre-Gara

medaglia 40 firenze

Domenica scorsa è andato in scena il mio ultimo lungo: 36 km di strada, asfalto e riflessioni. Quando mi preparavo per le prime maratone, arrivavo a tirare i lunghissimi fino a 38-40 km, quasi come se volessi fare una prova generale di quell’impresa che è la maratona. Adesso ho cambiato filosofia: mi piace fare più lunghi, ma senza superare i 32-36 km, un po’ perché ho imparato a fidarmi del mio corpo e un po’ perché, diciamolo, sono diventato un po’ più furbo.

Per molti, questo allenamento è una tortura: ci vuole tempo, strategia per il percorso, e una cura maniacale per l’integrazione e la gestione mentale. Ti prepari quasi come per la gara stessa, con gel, sali minerali e qualche mantra mentale per arrivare alla fine senza sbarellare. E proprio per questo lo adoro! Ogni lungo mi dà una cartina tornasole della mia preparazione. Mi permette di fare il punto della situazione, di capire a che livello sono. E poi, ammettiamolo, è un po’ una scusa per spararmi una sfida contro me stesso, misurando la fatica come un badge d’onore.

Questa routine di lunghi mi ha aiutato a costruire non solo le gambe ma anche una testa a prova di colpi bassi – quelli che in gara arrivano puntuali verso il 30° km. E la Firenze Marathon è lì, all’orizzonte. Ogni km che macino in allenamento mi avvicina alla linea di partenza, con la mente che già corre tra le vie storiche di Firenze, immaginando la folla e quella magia unica che solo una maratona come questa può regalare.

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