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Running e organizzazione gare: una riflessione sul sistema delle iscrizioni

Nel mondo del running, c’è una tendenza che negli ultimi anni sembra aver preso il sopravvento: l’apertura delle iscrizioni alle gare con un anticipo sempre più marcato. Oggi, ad esempio, mi trovo davanti all’annuncio dell’apertura delle iscrizioni per una gara che si terrà a novembre… novembre 2025.
E questo mi porta a riflettere: non stiamo esagerando?

Durante le festività di natale volevo iscrivermi a una gara in programma il 30 marzo, ma indovinate un po’? Già a metà dicembre era sold-out! 😳 Un evento che si terrà tra mesi è già esaurito prima ancora che arrivi il nuovo anno. Ma che senso ha tutto questo?

L’anticipo che lascia poco spazio al presente

Comprendo le esigenze organizzative. Eventi di questa portata richiedono mesi, se non anni, di lavoro e coordinamento. Ma chiedere a noi runner di iscriverci con un anticipo esagerato, lasciandoci senza alternative già a dicembre per una gara primaverile, sembra davvero assurdo. E poi, c’è un aspetto che non possiamo ignorare: i costi anticipati. Se devo iscrivermi oggi a 6/10 gare, devo pagarle tutte subito. Vi faccio un esempio concreto: la Maratona di Roma mi è costata 80 euro, la Mezza Maratona di Bergamo 30 euro. Aggiungiamo altre 2-3 mezze maratone, una 10k, qualche trail estivo e magari una maratona autunnale… alla fine sto investendo tra 700 e 1200 euro in pochissimi mesi! E tutto questo, ovviamente, senza sapere se riuscirò davvero a partecipare. Non sarebbe meglio potermi gestire gara per gara, iscrivendomi man mano?  potrei organizzarmi in modo più sereno, seguendo l’andamento della mia preparazione e della mia vita quotidiana. Invece, ci troviamo quasi costretti a pianificare tutto in anticipo, a rischio di perdere soldi e opportunità.

Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo

La corsa per molti di noi è uno stile di vita, un rifugio mentale e una sfida personale. Ma è anche qualcosa che viviamo nel presente, un viaggio che si evolve con il tempo. Come possiamo pianificare con così tanto anticipo senza sapere cosa ci riserverà la vita?

Infortuni, problemi familiari, cambiamenti lavorativi… la vita è piena di variabili che non possiamo controllare. Eppure, oggi ci viene chiesto di fare scelte che potrebbero rivelarsi inutili o addirittura dannose. Quante volte abbiamo letto di runner costretti a cedere il proprio pettorale perché, all’ultimo minuto, è successo qualcosa di imprevisto? Certo, un imprevisto dell’ultimo momento può capitare a chiunque, ma quando un sistema ti obbliga a pianificare con anni luce di anticipo, non si sta forse mettendo il carro davanti ai buoi?

Un sistema che penalizza i runner

Molti di noi vorrebbero partecipare a tante gare durante l’anno, magari provare eventi in città diverse o in luoghi che sognano di visitare. Ma come possiamo farlo, quando dobbiamo pagare anticipatamente cifre importanti senza avere la certezza di poterci essere? La conseguenza? Ci troviamo spesso costretti a scegliere tra iscriverci “alla cieca” o rinunciare, rischiando di perdere opportunità che ci stanno a cuore.

Inoltre, cedere il pettorale a un’altra persona può essere una soluzione, ma non è sempre semplice e, in alcuni casi, nemmeno consentito dai regolamenti. Questo genera un ulteriore senso di frustrazione in chi si vede obbligato a rinunciare.

in conclusione

La corsa non dovrebbe essere una lotteria Se la corsa rappresenta per noi un momento di libertà, un modo per sentirci vivi e presenti, perché trasformarla in una pianificazione rigidissima? Siamo già sottoposti a stress nella vita quotidiana; dover organizzare il nostro calendario gare come se fosse una scadenza fiscale sembra andare contro il vero spirito del running. E voi, cosa ne pensate? Anche voi vi sentite sotto pressione per questa “corsa alle iscrizioni” o ritenete che sia necessario per garantire una buona organizzazione degli eventi? Scrivete la vostra esperienza nei commenti. Il dialogo è il primo passo per trovare soluzioni che soddisfino tutti: runner, organizzatori e appassionati.
La corsa dovrebbe essere un piacere, non una lotteria. E forse è arrivato il momento di ricordarlo a tutti.
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