
ORGANIZZAZIONE: TOP, E NON SI DISCUTE
Quando si parla di organizzazione, la Firenze Marathon si conferma impeccabile. Certo, qualche lamentela l’ho sentita – tipo chi si è lamentato per le partenze un po’ strette o per il fatto che il deposito borse fosse “troppo lontano”. Ma siamo seri: siamo runner, facciamo centinaia di chilometri al mese, e poi ci mettiamo a mugugnare per un chilometro a piedi? Dai ragazzi, un po’ di coerenza.
Personalmente, ho trovato tutto molto comodo. Ritiro pettorale e pacco gara alla Stazione Leopolda: rapido, pratico e ben segnalato. E il percorso per arrivarci, che sia a piedi o in navetta, è semplicissimo. L’expo? Un livello che in Italia si vede raramente, ben fornito e degno della maratona. Non come certi eventi (ciao Milano Marathon) dove l’expo sembrava uscito da una fiera di paese.
I ristori lungo il percorso sono stati ben forniti: acqua, sali e, per chi sentiva il freddo nelle ossa, tè caldo a volontà. Dopo la mezza, ho notato anche qualche volontario che distribuiva gel: un’attenzione non da poco.
Ma ora il punto dolente: i bicchieri di plastica. Non li sopporto. Soprattutto con il freddo, bere da quei bicchieri è un’impresa: o ti versi l’acqua addosso, o rischi di soffocare tentando di correre e idratarti allo stesso tempo. Sarebbe troppo complicato adottare le mini-bottiglie che usano in molte maratone estere? Ci pensino per il futuro.
RISTORI: PROMOSSI, MA CON RISERVA


LA MEDAGLIA: UNA PICCOLA OPERA D’ARTE
La medaglia della Firenze Marathon non delude mai, ma quest’anno si è superata. Per celebrare il 40° anniversario, la designer Susanna Alisi ha realizzato un capolavoro ispirato alla Cupola del Brunelleschi, simbolo di Firenze e del Rinascimento. Guardarla è come avere un pezzo di storia al collo. Una medaglia che non è solo un trofeo, ma un ricordo che custodirò gelosamente.
PERCORSO: VELOCE, MA NON PER TUTTI

in conclusione
