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Firenze marathon: due giorni alla maratona – la preparazione

Siamo quasi arrivati. Due giorni appena mi separano dalla partenza della Firenze Marathon, e con il passare delle ore cresce in me un mix di emozioni che si rincorrono, si intrecciano, e a tratti si contraddicono. Lo confesso: nonostante la mia esperienza e l’abitudine a gestire la pressione delle gare, la maratona ha sempre un peso diverso. Sono 42,195 km, non uno di meno, e questo richiede il giusto rispetto.

Non sono il tipo da ansia pre-gara, lo sapete. Ma sottovalutare questa distanza, o affrontarla con leggerezza, non è solo un errore: è una mancanza di rispetto verso tutto ciò che rappresenta. È per questo che ogni volta, a due giorni dal via, mi ritrovo a fare i conti con una sorta di dialogo interiore: da un lato la consapevolezza del lavoro fatto, dall’altro la necessità di rimanere umile davanti a questa sfida.

Ma c’è un altro sentimento che mi accompagna sempre in questi momenti: la malinconia. Credo che sia proprio la parola giusta. La preparazione per una maratona è come un lungo viaggio, e per me è questa la parte più bella. C’è chi dice che il momento migliore di una vacanza è il viaggio stesso, l’attesa, i preparativi. Per me, preparare una maratona è come aspettare di scartare un regalo sotto l’albero di Natale.

Domenica sarà il grande giorno: il regalo sarà finalmente tra le mie mani, e io scoprirò cosa c’è dentro. Forse sarà un personale, forse un’esperienza indimenticabile, forse una lezione da imparare. Ma da lunedì? Lunedì, lo so già, comincerò a pensare al prossimo obiettivo, al prossimo viaggio da intraprendere. Perché per me correre non è solo arrivare, ma vivere ogni passo del percorso.

Ora non mi resta che aspettare. Due giorni, ancora. L’attesa, l’adrenalina, e la voglia di misurarmi di nuovo con quella distanza che non smette mai di affascinarmi. Il viaggio è quasi finito, ma ogni finale è solo l’inizio di qualcosa di nuovo.

-2 giorni alla Firenze Marathon!: Aspettando di scartare il regalo:

correre sotto la neve per non lasciare alibi

Aosta-sotto-la-neve-runningmilo

La neve, ieri sera, è scesa copiosa qui in Valle d’Aosta, trasformando il paesaggio in una cartolina invernale… e il mio allenamento in una sfida. Ammetto che, guardando fuori dalla finestra, la tentazione di saltarlo c’è stata: freddo, vento, fiocchi che non smettevano di cadere. Con soli 40 minuti in programma, sarebbe stato facile trovare una scusa e rimanere al caldo.
Ma poi ho pensato alla maratona. A quanto sia importante per me arrivare alla linea di partenza con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che potevo fare. Nessun alibi, nessun rimpianto. E così, ho infilato i vestiti giusti, mi sono stretto bene le scarpe, e sono uscito.

Correre sotto la neve non è solo una prova fisica; è una questione mentale. Superare il disagio e affrontare le condizioni proibitive ti dà quella forza in più che nessun allenamento su un percorso perfetto potrà mai regalarti. Ogni passo che affondava nel bianco era un passo verso la convinzione che, domenica, potrò schierarmi allo start sapendo di aver dato tutto, anche quando sarebbe stato più facile mollare.

Cannatà Milo

Cannatà Milo

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